Dalla Danae degli anni settanta, alle innumerevoli incisioni di soggetto classico, il mito ha sempre affascinato Balest soprattutto durante ispirati soggiorni sulle rive del Mediterraneo. La Afrodite dal mare è un’opera molto amata dall’artista stesso, che l’ha conserva nella sua casa e che l’ha esposta ad ogni occasione. Balest si sente evidentemente ben rappresentato nella sua poetica da questa longilinea figura femminile che emerge dalle acque su di una conchiglia. Il mito di Venere è interpretato con grande modernità: il blu eterea la figura. C’è il sospetto che le forme elegantemente allungate della dea derivino da una fascinazione per il Parmigianino, di cui da anni l’artista tiene un catalogo nella stanza in cui dipinge

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