Il dipinto si compone entro il più classico codice iconografico di Danae sedotta da Zeus. La rivisitazione del mito e la rappresentazione del mondo classico sono elementi fondanti della pittura di Balest. Gli anni sul finire della seconda guerra mondiale costituiscono esperienza tragica ma occasione formativa: spingono Balest allo studio del greco e lo riportano alla pratica del disegno. Il disegno preparatorio che si affianca, prodotto durante una posa insieme a numerosi altri, è stato scelto per la straordinaria identità di carattere con la pittura, ed è significativo per comprenderne l’iter di ideazione. L’interpretazione del nudo è parte fondante dell’opera di quest’ultimo trentennio; la fisicità femminile si articola nei termini del nuovo linguaggio diventando sempre meno carnale, come in un’immagine della memoria risulta connotata da forti toni di ambiguità.

Copyright 2024 Corrado Balest. Tutti i diritti riservati. Powered by Luca TUrrin