In un atlante ideale dell’opera di Balest quest’olio rappresenta un punto nodale sia per la ricerca tematica che per quella più puramente stilistica. Il modello iconografico della Venere al bagno è qui ripreso nella sua valenza di pura immagine estetica, scevro di qualsiasi carattere narrativo. Il fatto, poi, che questo tema venga reinterpretato nel 19B3, a distanza di dieci anni, in una tela di più piccole dimensioni, mostra fino a che punto questo soggetto sia radicato nell’immaginario di Balest. Appare, al fine, pertinente anche per quest’opera, come già per la Terrazza del 1971, un riferimento puntuale alla pittura di Rothko, che in questi primi anni settanta influenza profondamente il linguaggio dell’artista. La coerenza sul piano della lingua lega indissolubilmente, se pur nella loro autonomia, le opere di questo periodo, rendendole depositarie indiscusse del codice del nuovo linguaggio

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